In questa epoca dove non c’è più spazio per ideali né tanto meno per utopie, abbiamo voluto mettere in scena il sognatore per eccellenza, il prototipo del visionario, del poeta, del folle utopista. Tutto lo spettacolo è affidato a due soli attori (due vagabondi? due clochards? Due artisti di strada? Due folli?) i quali giocano, con un continuo scambio spazio/temporale, tra una Spagna immersa in un malinconico tramonto dei grandi ideali che avevano animato il cosiddetto Secolo d’Oro, annientati da uno spiccato materialismo nascente, e un’Italia (o forse un’Europa, un Occidente intero?) che di fatto è ancora vittima della lunghissima onda provocata da quella stessa decadenza.
drammaturgia: Claudio Carini, Fausto Marchini, Nicol Martini
con: Claudio Carini e Nicol Martini
elaborazioni grafiche e pittoriche: Giorgio Lupattelli
consulenza scenografica e costumi: Beatrice Ripoli
fonica e luci: Giuseppe Bernabei e Luigi Proietti
regia: Claudio Carini